Nacque a Torino il 21 ottobre 1856
in un'agiata famiglia borghese che
aveva anche interessi artistici (il
padre appassionato d'archeologia,
il
fratello maggiore , Edoardo , pit–
tore e scrittore). A diciannove anni
abbandonò
il
Liceo classico e s'i–
scrisse all'Accademia Albertina ,
ove fu scolaro del Balzico e delTa–
bacchi. I suoi studi furono saltuari
poiché nel 1875 si arruolò nel Sa–
voia Cavalleria. Acquistò notorietà
nel1880 , allorché si presentò per la
prima volta ad una pubblica esposi–
zione , a Torino , con due busti-ri–
tratto e il bozzetto in gesso
Le ve–
glie di Penelope.
Cominciò a pro–
durre opere «da salotto» , per lo più
bozzetti in gesso o terracotta, im–
prontate ad un verismo scapigliato:
In sedia chiusa
(1881) ,
Cuor sulle
spine
(1882) ,
Sirene , Alla predica
(1883) ,
Tigre reale
(ispirata dall'o–
monimo romanzo verghiano ed
esposta con successo a Monaco nel
1883) , e
Fiori di chiostro
(1884; bu–
sto in marmo celebrato con un so–
netto da De Amicis e acquistato da
Umberto I, del quale furono fatte
varie repliche).
Ricercando un verismo pittorico
che non si allontanava dal bozzetti–
smo precedente, trattò quindi temi
rustici
(Il cacciatore di frodo,
1886;
L 'aratro ,
1888, alla Galleria Nazio–
nale d'Arte Moderna di Roma;
Traverso i campi,
1890;
Caccia fur–
tiva,
1891) , e storico-militari
(Ve–
detta dei Dragoni di Piemonte Rea–
le nel1692 ,
1885 , bronzo, Galleria
d'Arte Moderna di Milano;
Il Ma–
malucco ,
1886;
Dragone del re
1706,
1896;
Il conquistatore ,
statua
equestre in bronzo del1904, Galle–
ria d'Arte Moderna di Torino).
L'artista si cimentava intanto in
numerosi concorsi per l'assegna–
zione di monumenti celebrativi.
Nel 1885 fu premiato a quelli per il
monumento al
Foscolo
a Firenze e
a
Garibaldi
a Milano. Suoi sono i
monumenti a
Garibaldi
a Parma
(1893) , al
Principe Amedeo d'Ao–
sta
a Torino (1902) , a
Zanardelli
a
Brescia (1909) , al
Generale Mitre
a
Buenos Aires e a
Umberto
l
aRo–
ma: questi ultimi due terminati dal
Rubino dopo la morte del Calan–
dra , avvenuta nel settembre del
1915. Tra le altre opere occorre ri–
cordare certi pregevoli ritratti (ad
esempio il busto in bronzo di
Mas–
simo d'Azeglio,
1896, Azeglio Ca–
navese) , i monumenti funerari (al
Monumentale di Torino le tombe
Ferrera, Geisser, Casanova, Casa–
na, Vicarj) ,
e il rilievo in bronzo
con
l'Apoteosi di Casa Savoia
(1912) , per la nuova aula del Parla–
mento a Roma.
Lo scultore ricoprì anche numero–
se cariche pubbliche e nel 1902 di–
venne consigliere comunale a Tori–
no. Nello stesso anno fu con Bi–
stolfi tra i fondatori dell 'innovatri-
Davide Calandra
ce rivista torinese «L'arte decorati–
va moderna». Tuttavia, «nonostan–
te egli dividesse le ragioni dei gio–
vani artisti impegnati a superare il
naturalismo in nome di un simboli–
smo moderno ... , le sue opere, an–
che le più organiche e robuste (spe–
cie i bassorilievi che ornano alcuni
dei grandi monumenti equestri),
sono libere da angustie descrittive,
ma non sanno uscire da un accade–
mismo retorico» (Bossaglia), cosic–
ché il Calandra rimane ancorato al–
la scultura celebrativa dell 'Otto–
cento.
Bibliografia: Stella, 1893, pp. 609-615; De
Gubernatis, 1889, p. 84; Thovez, 1902, pp. 326-344;
Ferrettini, 1908, p. 4; Ca/lari, 1909, pp. 103-4;
Ferrettini, 1910, p. 4; Ojetti, 1911, pp. 241-255;
Ca/lari, 1911, V, p. 371; Ricci, 1916; Soldati, 1937,
p. 102; Nicodemi-Bezzola, 1938, pp. 65-6;
Riccoboni, 1942, pp. 456-7; Bessone Aure/j, 1947, p.
110; Sapori, 1949, pp. 28, 36, 444; Lavagnino, 1956,
pp. 675-6; Bossaglia, 1973, 16, pp. 421-3;
Caramel-Pirovano, 1975, p. 36.