Le orme della memoria
Camminare tra i ricordi lungo i viali di una città senza tumulto può non attirare
tutti
se
la città
è
la dimora dei morti.
Ma i percorsi della vita scivolano paralleli ai viali del cimitero e inevitabilmente dialoga–
no con le memorie di pietra che rappresentano il nostro passato.
l luoghi della memoria ci rappresentano quali siano la nostra scelta di vita, il credo reli–
gioso, l'ideale politico: le nostre radici sono lì perché non venga dimenticato il valore
dell'esistenza.
Le città dei morti, i camposanti, i giardini di pietra accolgono anche i passi di quan–
ti sperano di poter affidare al vento i resti del corpo mortale. Li accolgono con quel
disarmante silenzio che nel tempo ha preso forma di croce, di cancellata, di rosa
scolpita nel marmo.
Insomma: un pezzo di storia che si racconta da sola, un monumento alla vita più che
alla morte, la possibilità di dare una forma al tempo per toccarlo, guardarlo e soprat–
tutto
riprogettarlo.
Questo
è
il percorso della memoria: una storia che ha più a che fare con il presente
che con il passato, che ci dice dove e chi siamo ora, che ci viene incontro per non
!asciarci disorientati e senza trama.
Percorrere con il cuore la città dei morti significa camminare tra i giochi di luce e
ombre proposte dai colonnati dei nicchioni che circondano
il
campo primitivo e le pri–
me ampliazioni, scendere nei lunghi sotterranei che svolgono il loro percorso paralle–
lo di sotto alle arcate, perdersi tra i monumenti che interrogano il visitatore attraver–
so gesti artisticamente bloccati nei marmi.
Significa perdersi per ritrovarsi come riflesso nel gioco dei rimandi attuato attraverso
gli sguardi delle statue, le guglie neo gotiche delle tombe di famiglia, gli steli lunghi degli
ornati liberty.
Questo
è
l'ordito labirintico che ospita voci, silenzi, gesti, colori. questo
il
campo dove
è
possibile seminare progetti futuri attraverso la riappropriazione di un passato vitale
per il cuore.
Attuale e vitale più che mai il discorso sulla memoria adesso che la storia ci
impone continue riflessioni sul senso delle cose: crolli, disastri della guerra. son–
no della ragione.
Nella mente i ricordi non possono morire e il cimitero
è
una possibilità per dare for–
ma al ricordo.
Il Monumentale si presenta al visitatore in
tutta
la sua complessità esigendo visitatori
non indifferenti: impone a chi entra una consapevolezza che si addice ai luoghi in gra–
do di creare risonanza interiore.
Camminare al suo interno significa imbattersi in monumenti e architetture che oltre
a essere opere d'arte di notevole pregnanza, sono segni grazie ai quali
è
possibile indi–
viduare come gli uomini, nel corso di due secoli, hanno pensato la morte.
Ma individuare e comprendere profondamente come l'uomo si rappresenta la morte,
è
uno dei modi, e non certo il meno significativo, per capire quale sia in un determi–
nato momento storico, il modo di porsi di fronte alla vita.
Quindi ogni ideologia, ogni pensiero, ogni modello di vita genera il suo modello di mor–
te. Diversa quindi la città dei morti dell'antica Grecia (campo del nulla, limbo vago all'in–
terno del quale si aggirano le larvatiche presenze dell'inconsistenza e del non ritorno)
rispetto al camposanto medievale (luogo della speranza posta sotto il segno della ero-
5