emotiva densa di forza e passionalità. Pensare a tanti uomini morti nella condivi–
sione di un'ideale politico, nel corso di una battaglia, nel tentativo di sostenere un'i–
deologia o un pensiero di fede non può lasciare indifferente il visitatore. Il cimitero
ospita anche sepolture di piccoli gruppi o collettività che oggi, agli occhi di un visi–
tatore disincantato e lontano dal sentire dei due secoli trascorsi, possono apparire
privi di una importanza semantica in grado di giustificarne la presenza. Non gli Eroi
di Russia quindi, né i Partigiani morti nel corso della Resistenza ma gli Ammini–
stratori del Regio Spedale della Carità , oppure i Benefattori del Regio Ricovero dei
Mendici di Torino. Confraternite, Associazioni, Benemerite (presenze nuove in una
società che alla fine deii'BCXJ dà spazio al lavoro, all'iniziativa e all'imprenditoria): han–
no spazio nel sociale, lo esigono anche al cimitero civico per dare un segno e un
senso imperituro al loro agire.
Non si tratta di inseguire lo struggimento per il gusto di piangere. Ci sono luoghi nel
giardino della memoria che anche solo a passargli accanto danno un brivido e recla–
mano almeno un pensiero. Lo spazio della lacrima c'è, non serve connotarlo e lasciar–
si andare può essere utile e importante.
La
vita
impone più di una domanda: perché muoiono i bambini? Perché anche i monu–
menti più belli si lasciano in balia del degrado? Perché la memoria si abbandona? Per–
ché gli omicidi? Perché i crimini contro l'umanità?
Caterina SCHIAVON
Mosaico Oubosc, particolare, Campo Primitivo, Pittore
F.
Casorati
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