nata la struttura anatomica ,
è
l'atteggiamento spiritualista cui
lo scultore si stava indirizzando ,
facendosene una problematica di
contenuti , come stilistica.
Bistolfi non rinuncia qui all 'evi–
denza plastica della figura , cui pe–
raltro resterà fedele per tutto il
percorso della sua scultura monu–
mentale; mentre in opere di pic–
cole dimensioni , soprattutto se
realizzate a rilievo , sperimenterà
in più casi un segno grafico , piat–
to e rabescato , che è il corrispetti–
vo diretto del disegno liberty.
È
il
caso del sensitivo rilievo colloca–
to sulla tomba Vignola e fuso nel
laboratorio di Celestino Fuma–
galli , orafo e bronzista: compiuto
in un tempo successivo a quello
della lastra marmorea e ormai
ben dentro il clima che a Torino
aveva prodotto la fondazione del–
la rivista «L'arte decorativa mo–
derna» e l'organizzazione della
grande mostra internazionale del
1902.
Il nome di Bistolfi è in ogni caso
legato al Cimitero di Torino per
la presenza nei suoi spazi di alcu–
ne imponenti opere , che sono
fondamentali nel suo iter: il no–
minato
Angelo
della tomba Brai–
da , affascinante esordio della sua
carriera di scultore simbolista , il
monumentale complesso della
tomba Durio e le statue e rilievi
delle tombe Hofmann e Hess. Il
Dolore confortato dalle Memorie ,
parte figurata della tomba Durio ,
è
approdato al Cimitero Monu–
mentale da quello di Madonna di
Campagna , soppresso , una quin–
dicina di anni fa: acquisizione im–
portante per questo museo all 'a–
perto della scultura ottocentesca ,
perché si tratta di uno dei capola-
vori assoluti dell ' artista , pervenu–
to alla fine del secolo ad ottenere
dal modellato una perfetta resa
della concezione simbolista. Gli
affetti e i sentimenti che giungo–
no alla coscienza della dolente ,
colta in vesti e attitudini di una
medioevale
pleureuse ,
sono rap–
presentati da forme vibranti e
fluttuanti , che emergono con di–
verso spessore corporeo e diversa
evidenza dal fondo , indetermina–
to ma a sua volta sensitivo e bruli–
cante , mai inerte ; sono forme
giovanili permeate di bellezza ,
come si conviene alle rappresen–
tazioni di memorie dolci , ma
estenuate e malinconiche a indi–
care beni remoti e perduti , gioie
su cui
è
passata l'ala del dolore.
La figura in primo piano , che nel
suo significato simbolico raffigura
la diretta presenza del dolore ,
è
in altorilievo e ha così un 'eviden–
za plastica molto forte: ma in
quanto dolore , e quindi ombra , è
velata , nascondendo le proprie
fattezze ; mentre le fiorite larve
dello sfondo sono permeate di
luce.
Si
è
indugiato in questa descrizio–
ne per sottolineare la novità della
formulazione espressiva di Bi–
stolfi e l'importanza del monu–
mento. Nessuno dei seguaci ed
imitatori del Maestro hanno rag–
giunto la sua tensione formale ,
che
è
poi il riflesso di una forte
tensione interiore, e hanno spes–
so inclinato verso un decorativi–
smo elegiaco , per altro spesso
con risultati di garbo . Così Cele–
stino Fumagalli , allievo , collabo–
ratore , ammiratore di Bistolfi ,
specie nella delicata lastra della
tomba Polastri , quanto di più Li–
berty si possa incontrare al Cimi–
tero di Torino. Così Edoardo Ru–
bino , scultore più robusto e im–
mune dai sospirosi languori del
florealismo di maniera , interprete
della maniera bistolfiana secondo
una formula più levigata , tòcca
sovente dal ricordo di purismi ac–
cademici.
Nella lastra Boido - e siamo or–
mai alla fine del primo decennio
del secolo , quando il Liberty
è
stile acquisito e diffuso - la falsa–
riga di Bistolfi
è
seguita da Rubi–
no in maniera scoperta: con qual–
che pesantezza descrittiva , rispet–
to al modello , e insieme con una
sorta di agghindata dolcezza. Più
alto ed energico l'impegno nella
monumentale tomba Porcheddu ,
che si giova dell 'intervento di
Giulio Casanova per la parte ar–
chitettonico-decorativa: anche se
il sontuoso scintillio dei bizanti–
neggianti effetti a mosaico della
nicchia contraddicono la spiritua–
lità nervosa del gruppo scultureo ,
il fremere di un segno cui l'oro
del· fondo oppone una durezza
perentoria.
Un estremo omaggio al bistol–
fismo , Rubino avrebbe compiuto
nel 1912 con la statua di figura
ammantata del monumento Re–
mondini. A quest'epoca il Mae–
stro aveva ormai diversamente
orientato il proprio gusto , sicché
l'opera appare come una testimo–
nianza in ritardo: lo stesso Pre–
viati , consanguineo di Bistolfi
nella sensitività e nel tipo di ricer–
che formali , e in qualche caso suo
ispiratore , aveva modificato la
propria maniera. Ma la testimo–
nianza
è
tanto più interessante in
quanto non solo si tratta di un 'o–
pera di notevole dignità , bensì di
un 'interpretazione del mistero
della morte e del suo rapporto
con la vita legata alla cultura po-