Lunedì 18 febbraio alle 18.30, alla Biblioteca Ginzburg, l’Archivio della città di Torino, la Tavola Valdese e AFC, presentano:”Sepolture del cimitero evangelico di Torino”.

Monumento funebre all’interno

Ingresso Campo Evangelico

Al Campo evangelico del cimitero Monumentale, la storia del Risorgimento e della Città di Torino si intreccia  con le storie, le passioni e gli amori  degli uomini e delle donne che vi sono sepolti. A strapparli dall’oblio del tempo per riportarli in vita on line, il progetto  digitale  del Patrimonio Culturale Valdese che, dopo  lunghe ricerche in collaborazione con L’Archivio  della Città, pubblica le loro storie su delle schede consultabili. L’iniziativa verrà presentata lunedì 18 febbraio alle 18.30, alla Biblioteca Ginsburg. Parteciperanno : Stefano Benedetto, Dirigente Archivi, Musei e Patrimonio Culturale della Città di Torino, Gabriella Ballesio, Direttore Archivio Tavola Valdese, Federica Tammarazio, archivista e storica,  e Renata Santoro, responsabile Eventi e Valorizzazione culturale dei cimiteri, di AFC Torino SpA (la Società pubblica del Comune che dal 2006 gestisce i cimiteri).

 “E’ scoppiato un quarantotto!. Una passeggiata nel campo Evangelico è un viaggio nel tempo, un itinerario tra nomi noti e di sconosciuti, che raccontano la complessa vicenda delle comunità protestanti a Torino dalla metà del XIX secolo. Dopo tante persecuzioni , con le Patenti di Carlo Alberto (febbraio 1848), finalmente vengono riconosciuti i diritti civili e di culto per gli Ebrei e i Valdesi del Regno di Sardegna, e tra le libertà, quella di essere sepolti in un campo dedicato alla propria confessione. Il 1848 fu  l’anno della rivoluzione e della nuova primavera di diritti e libertà, tanto che ancora oggi, si dice :“Facciamo un quarantotto!” o “E’ scoppiato un quarantotto!”.

Una targa  ricorda  Jules Michel Pellegrin, l’eroe morto a 25 anni a Novara nel 1849, per l’ideale di un Italia unita. Segnato da un destino tragico. Nato ad Haarlem, rimasto orfano da piccolo, cresciuto dallo zio Jean a Luserna, ed erede dei beni paterni investiti in una filatura di seta a Torre Pellice, studia all’estero, laureandosi in ingegneria all’ École Polythecnique di Parigi. La passione politica lo fa  arruolare come volontario, nel 1848, nell’esercito sardo. Ferito nella battaglia di Novara del 21 marzo 1849, durante la Prima Guerra d’Indipendenza italiana, muore all’inizio di aprile.Un po’ più in là, ci sono i fornitori del metallo con cui si producevano le armi dei Savoia, i Biolley, che hanno voluto ricordare la loro operosità con una farfalla  scolpita sulla tomba. Vicino all’ingresso, c’è tutta la famiglia Cafarel, che con la dolcezza delle caramelle e del cioccolato hanno fatto la loro fortuna e quella di Torino. I banchieri Bosio spiccano sul loro tempietto. Sono solo alcuni dei nomi  le cui storie riaffioreranno dal passato grazie alla pubblicazione  delle loro schede sul portale  del Patrimonio Culturale Valdese, consultabile da lunedì 18 febbraio.

Tomba famiglia Arnaud

Michel Peyrot e Caroline Arnaud. La borghesia protagonista delle vicende storiche e familiari. Michel Peyrot era commerciante nel ramo tessile e nel 1836 aveva sposato Caroline Arnaud, discendente del pastore Henri Arnaud (1641-1721), anima del Glorioso Rimpatrio del 1689. I due ebbero undici figli. La loro tomba, un’edicola architettonica di gusto neomedievale, testimonia anche nell’area cimiteriale l’influenza dello stile a motivi fitomorfi, che riprendono le decorazioni del contemporaneo Tempio Valdese di San Salvario. 

Il Cimitero evangelico  specchio della Torino poliglotta. Lapidi scritte in francese, inglese, ungherese e svedese. Un multilinguismo che racconta la società della Torino ottocentesca, capitale di regno e centro del potere sabaudo. Fu un grande amore sacrificato alla ragion di stato a portare in città l’attrice svedese Emilie Högqvist, deceduta all’Hotel d’Europe all’età di 34 anni, e ricordata da una tomba con una croce, una seduta in marmo e una pianta di camelia (originalmente un salice, poi sostituito). Celebre in tutta Europa per le sue numerose mises en scene (ultima fu Avventurina de Les trois polka), era anche nota per la sua relazione amorosa con l’erede al trono di Svezia, da cui aveva avuto due figli ( nell ‘immagine un ritratto con Max uno dei figli avuti dal principe Oscar I)

A pochi passi dalla sfortunata attrice  svedese, si trova la tomba di Gustavo Modena, attore e patriota all’epoca molto famoso in tutto  il Continente. Come Mazzini, fu costretto a esiliare in Svizzera e in Inghilterra. Figlio d’arte, dopo la laurea in giurisprudenza si dedicò al teatro e alla politica sin dai moti del 1821. Fu anche massone.

Al riparo, dentro il muro discreto, vi sono sepolti anche i Talmone dei famosi  cacao e cioccolato , tra i primi a comprendere il potere della pubblicità;  l’industriale illuminato Leumann, che creò il noto villaggio di Collegno intorno alla sua industria tessile,  in modo che gli operai potessero avere le scuole per i figli e tutte le opportunità che allora erano per pochi. Solo di recente, si è risaliti invece  alla storia dei sedici soldati inglesi morti alla fine della Grande Guerra (nella immagine sotto, con un bimbo che depone una croce di legno con il papavero rosso  simbolo dei Caduti britannici della Prima Guerra Mondiale). Si erano ammalati di “Spagnola” ed erano ricoverati in un ospedale militare che oggi non vi è più in zona san Donato. Anche loro, già segnalati nel database della Commonwealth War Graves Commission, tornano in vita nel progetto di valorizzazione e digitalizzazione sul Portale del Patrimonio Culturale Valdese.

Tomba di Emilie Högqvist attrice innamorata del principe di Svezia

Monumento dell’attore patriota Gustavo Modena ad opera di L.Bistolfi nell’aiuola Balbo a Torino. Fotografia di Mattia Boero per MuseoTorino.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 8 maggio 2019

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