Quest’anno alla cerimonia al cimitero Monumentale in ricordo delle vittime morte nei lager nazisti, insieme alle Autorità, alle Associazioni di ex deportati politici ed ex internati militari e ai pochi sopravvissuti, come il novantatreenne Oreste Mario Rovaretto, c’era anche una significativa rappresentanza di studenti. La seconda C del Liceo delle Scienze Umane Regina Margherita e alcuni allievi della Scuola Ebraica che sono intervenuti con racconti della loro famiglia e con testi di Primo Levi e della senatrice Liliana Segre. Tra le Autorità presenti alla cerimonia la sindaca Chiara Appendino con l’assessore Marco Giusta, per la Regione l’assessore Andrea Tronzano, il prefetto Claudio Palomba, i vertici di AFC (la Società pubblica del Comune che gestisce i cimiteri) con il presidente, Roberto Tricarico, l’amministratore delegato Antonio Colaianni e la consigliera, Anna Merlin.
“Con il clima d’odio crescente, e i fatti di antisemitismo in aumento, è importante ricordare e interrogarsi su cosa ciascuno di noi può fare “- ha detto la sindaca Chiara Appendino, evidenziando come per la prima volta, la Città abbia coinvolto attivamente anche le scuole. “Per far capire – ha aggiunto – che non è un giorno in cui si ricorda e basta, ma in cui ciascuno di noi si deve assumere un pezzetto di responsabilità su quanto accaduto e sul fatto che non deve più accadere”. E gli interventi dei ragazzi fanno ben sperare per il futuro. “ Vogliamo ricordare – ha detto Mattia – tutti coloro che sono stati vittime dell’odio e della follia nazifascista. Anche nella mia famiglia come in tutte quelle ebraiche , si contano le persone che furono uccise per il solo fatto di essere ebrei: circa 250 da Torino e provincia , 8mila dall’Italia e 6 milioni dall’Europa intera”. Ha quindi raccontato dei nonni del bisnonno , Emma e Moise anziani e malati, lui cieco, catturati senza pietà in una casa di riposo, di come il padre della sua bisnonna e il fratello furono denunciati a Torino da un italiano per i soldi della taglia sugli ebrei, di come il bisnonno Rubino fu catturato nel rastrellamento del ghetto a Roma ma riuscì a fuggire corrompendo un fascista. Ma ha anche voluto -“ Ricordare, onorare e ringraziare tutti coloro, e furono tanti, che con coraggio ed eroismo si opposero al progetto nazifascista: i partigiani, i 600mila militari che risposero “No!” alla proposta di combattere insieme ai nazisti, i Giusti che rischiarono la vita per nascondere, proteggere e salvare ebrei braccati dai tedeschi , che a volte neppure conoscevano”. Nelle parole conclusive di Mattia il messaggio di speranza che i giovani di domani faranno di tutto perchè sia un mondo migliore, senza odio e discriminazione, perché tutto ciò che hanno patito le loro famiglie non debba più accadere: “ Bisogna comportarsi secondo democrazia, giustizia, apertura verso il prossimo, rispetto della diversità e delle minoranze , solidarietà verso i più deboli. Questo il nostro compito”.
Nelle immagini sopra i tre studenti della Scuola Ebraica che sono intervenuti (da sinistra Nathan, Mattia e Ben) e il corteo della Città.
Nella fotogallery alcuni momenti della cerimonia al cimitero Monumentale.
Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2021