Si è parlato del contributo dei soldati sovietici alla Lotta di Liberazione dal nazifascismo, alla presentazione del libro “La Resistenza in Italia e i partigiani sovietici”, a cura della scrittrice Liudmila Koroliova, scritto in russo e italiano da autori di entrambi i Paesi, edito dalla casa moscovita Gelios, distribuito a Torino presso l’Associazione Russkij Mir, ed a Milano presso il Consolato russo. l’8 settembre del 43, i soldati sovietici in Italia fuggiti dalla prigionia, erano circa cinquemila. In 450 persero la vita. Alcuni erano esperti militari dell’Armata rossa. Molti andarono in montagna a combattere. Al Cimitero Monumentale di Torino, presso il Sacrario della Resistenza al Campo della Gloria, sono sepolti 90 partigiani sovietici. Tutti corpi recuperati dall’ex compagno partigiano Nicola Grosa, che dedicò la vita a dare degna sepoltura a quei ragazzi uccisi e sepolti in fretta nei boschi, per le strade, vicino ai fiumi o in frazioni sperdute. Molti di loro sono ancora ignoti, altri con il nome sbagliato. Prima al Monumentale, dove è stato reso loro omaggio davanti alle lapidi riportate anche sulla copertina del libro, e di seguito al Polo 900 (in via del Carmine 14),dove è avvenuta la presentazione della pubblicazione, si sono raccontate le storie di quei giovani che sono tornati e di quelli dispersi. Quella che Thomas Mann ha definito “L’avanguardia di una migliore società umana”. Torino è stata una delle tappe più importanti di questo tour partito da Mosca e organizzato dalla casa editrice Gelios. “La Resistenza in Italia e i partigiani sovietici”, è infatti frutto di un progetto che ha coinvolto diverse città italiane come Trento, Bologna, Parma, Firenze, Forlì, Napoli e piccoli centri come Rocchetta ligure, per citarne alcuni. Anni di ricerche e di complesse ricostruzioni di vite che riaffiorano dal passato per ridare dignità a chi ha fatto la scelta giusta. Piccole storie di uomini che si sono ritrovati a fare la grande storia. Il dolore e l’orgoglio delle loro famiglie che hanno continuato ad attenderli, spesso in distese di campagne indifferenti alle tragedie umane, odorose di lillà e di ciliegi selvatici fioriti. Prima erano le mogli ed i figli a cercarli ed a ricordarli, oggi sono rimasti i nipoti. Una delle autrici, Anna Roberti, Presidente onoraria dell’Associazione Russkij Mir, se ne occupa da dieci anni. Anche quando non era semplice attingere alla documentazione. Oggi invece gli archivi militari sovietici sono accessibili in rete. Solo in russo però, su un sito dedicato. Quando arriva un parente lo accompagna nei luoghi in cui si è combattuto. Sempre disponibile. Come se Nicola Grosa avesse lasciato a lei il testimone. A lui infatti ed alla grande opera di recupero dei resti dei partigiani morti come recupero della memoria dell’anima, ha dedicato un libro. Alla presentazione de “La Resistenza in Italia e i partigiani sovietici”, hanno partecipato anche gli autori Massimo Eccli e Marco Minardi, oltre alla direttrice dell’ Associazione Russkij Mir, Silvia Leva. Per il Comune era presente il consigliere comunale Massimo Giovara, che ha ricordato come sia importante, oggi come allora, lottare contro le dittature nel mondo costruendo ponti tra culture e paesi diversi, anziché muri.
Nelle immagini gli autori Massimo Eccli ,Liudmila Koroliova e Anna Roberti davanti alle lapidi dei partigiani sovietici al Monumentale ed il consigliere Massimo Giovara durante la presentazione al Polo 900.
Ultimo aggiornamento: 1 agosto 2017