Il verde e i cimiteri. Riflessioni e proposte per migliorare l’accoglienza, al secondo incontro al Castello del Valentino organizzato dalla Commissione di garanzia dei beni cimiteriali

Nella meravigliosa cornice del Castello del Valentino, al secondo incontro sui cimiteri organizzato dalla Commissione di garanzia delle opere artistiche  ed architettoniche cimiteriali, si è parlato di verde e paesaggi, ma anche di politiche di urbanizzazione, di gestione e di zanzare, che al verde e all’acqua sono legate indissolubilmente. Ad aprire la conferenza, l’assessore del Comune di Torino con delega ai cimiteri, Marco Alessandro Giusta, che ha ribadito la visione di un cimitero aperto  alla città, inteso non solo come luogo di dolore, ma come spazio vivo che custodisce la memoria collettiva e accoglie eventi culturali. La storia dei cimiteri torinesi è stata invece ripercorsa brevemente, da Paolo Odone, ex direttore del verde in Comune. Ha raccontato come nell’800 siano nati tanti piccoli cimiteri per questioni igieniche. Prima dell’editto di Napoleone del 1804, i defunti  venivano sepolti in fosse comuni vicini alle chiese sotto la pavimentazione. Creando molti problemi di salute. Tra i primi, il San Lazzaro e  il San Pietro in Vincoli. Oggi restano testimonianze ancora in vita, quelli di Sassi, Abbadìa e Mirafiori. Poi, nella prima metà dell’800, l’esigenza di  realizzare un grande cimitero Generale, oggi  chiamato Monumentale. Con mappa ottagonale perché il letto del fiume Dora impediva altre forme. Quindi la decisione di deviare il corso e costruire le altre Ampliazioni successive. Tutt’altra storia invece quella del cimitero Parco, pensato e progettato dopo le grandi migrazioni degli anni 50 ispirandosi ai Paesi nordici. Un cimitero di grande respiro con ampi spazi verdi, tutto da immaginare: “Si deve dare tempo agli alberi di crescere” – si diceva, come  ha ricordato il dottor Odone. Nel seminario tenuto dal  professor Devecchi, si è partiti invece dalla Convenzione europea sul paesaggio del 2000, di come il paesaggio contribuisca al  benessere delle persone migliorandone la qualità della vita in ogni luogo quotidiano. Così nei cimiteri. La  natura come elemento conciliatore per l’elaborazione del lutto. Anche se con differenze culturali abissali tra i cimiteri nordici, in cui la natura è preponderante, e quelli torinesi e italiani, in cui l’ordine e la pulizia ne caratterizzano il decoro. Si è parlato anche dell’ importanza del legame tra il paesaggio dei luoghi e il cimitero, come quello tutto mediterraneo a Ventimiglia (cimitero dei Ciotti di Hanbury), o quello gotico inglese immerso nell’edera e nel bosco di Hamlet  a Londra, o il verde cimitero di Malmö  in Svezia. “Nel nostro Paese- ha spiegato il professore-il legame del defunto con la pianta, nasce dopo la Grande guerra.  Prendono vita i viali della Rimembranza: si  piantava un albero per ricordare un soldato morto”. Le tipologie architettoniche più recenti presenti nei nostri cimiteri, in cui il verde è stato sacrificato per gestire meglio i complessi di sepolture, invece, consentono al massimo un mazzo di fiori. E la natura sembra vendicarsi dove può, con le tante piante infestanti ed invasive importate come l’alianto, la buddleia, la phitolacca americana, per citarne alcune, insieme all’ ultimo arrivato, il songino cinese. Le conclusioni sono state che il  cimitero va ripensato, per renderlo sempre più accogliente, sia come verde che urbanisticamente. “ Molto è stato fatto per il Monumentale, mentre tanto è da fare al Parco, anche per le aree di pertinenza”- ha sottolineato la dottoressa Claudia Bertolotto del Comune di Torino, annunciando che stanno progettando nuovi accessi.

Del cimitero sempre più meta turistica per le visite culturali, ha fatto cenno l’architetto Alessandra Aires dell’AIAPP. Mentre l’agronomo  Carmelo Fruscione, è entrato nelle specifiche difficoltà tecniche della manutenzione e gestione in sicurezza. A chiudere la tavola rotonda con un intervento sulle zanzare che infestano i cimiteri (veri e propri focolai per quelle tigre con tutti quei vasetti con l’acqua), Igor Boni, amministratore dell’Ipla. Le disinfestazioni notturne nei camposanti non bastano, si deve prevenire il formarsi di larve con piccoli accorgimenti riportati sui cartelli che a breve spunteranno nei cimiteri. Tra i suggerimenti consigliati : usare contenitori forati per i fiori finti, in modo che l’acqua piovana non possa stagnare;utilizzare un larvicida con i fiori freschi oppure  oppure sostituire l’acqua con sabbia umida. Con le piante in vaso, evitare il sottovaso oppure mettere al loro interno una treccia di fili di rame o del larvicida. Per gli annaffiatoi o contenitori di plastica aperti, svuotarli bene e lasciarli sempre a testa in giù. Il prossimo appuntamento sui cimiteri al Castello  del Valentino, si terrà dopo la pausa estiva, mercoledì 19 settembre alle 15,30, sul tema della tutela e del  restauro del patrimonio culturale cimiteriale. In cattedra l’architetto Lisa Accurti e il professore Marco Zerbinati.

Nella fotogallery alcuni momenti della conferenza e il cartello che verrà affisso nei cimiteri per prevenire la formazione di larve di zanzare.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2018

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