La Commemorazione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli fiumani, istriani e dalmati, è iniziata al Monumentale sulle note del silenzio con la tromba della Banda della Polizia Municipale e il Padre nostro recitato dal Cappellano del cimitero Nicola Ruggero. Sul palco, posto davanti al monumento a loro dedicato dello scultore Privileggi, tra le Autorità presenti, il vicesindaco Montanari, il presidente della Regione Chiamparino, i consiglieri Boeti e Rosso, il Questore e il presidente del Comitato di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (A.N.V.G.D), Antonio Vatta.
Dopo la preghiera, è intervenuto Nino Boeti, che ha fatto alcune riflessioni sui libri e i film presentati in questi giorni incentrati sul concetto di confine e sul tema della violenza della guerra, degli stupri, le cui vittime sono sempre civili. E ha aggiunto che senza negare le responsabilità di Tito verso gli italiani che fascisti non erano,va anche ricordato però come i nazifascisti avessero in quel periodo, dichiarato guerra al mondo. E come sempre accade nelle guerre, le vittime sono civili che non c’entrano. “Un tema, quello della violenza della guerra che deve far riflettere”- ha concluso Boeti.
Parole sul contesto storico che non sono piaciute ad Antonio Vatta che, dopo aver ricordato il dramma degli esuli, di aver dovuto lasciare la loro casa, la loro terra e non poterci più tornare, e di come sino pochi anni fa, gli italiani non potessero ancora acquistare una casa nei territori della Ex Jugoslavia ha detto :“Quanto ci faccia soffrire, sentire giustificare con la storia del nazismo e del fascismo, ciò che è stato fatto agli Italiani vittime del comunismo di Tito. Le torture e i massacri”.
La commmemorazione è quindi terminata con l’intervento ricucitore del Vicesindaco Montanari che ha portato il saluto della Prima Cittadina (che sarà invece presente alla cerimonia successiva alle 14.30 in Sala Rossa), ribadendo –“ L’impegno della Città nel ricordare e mantenere la memoria di queste tragedie, affinché non avvengano più. Per una storia che superi l’essere di parte”- e, ha concluso- “Ricordare nelle scuole le tragedie come il Giorno della memoria e il Giorno del ricordo, per ritrovarci insieme in un sentire comune, contro la violenza, il razzismo e i nazionalismi ” .
Ultimo aggiornamento: 19 febbraio 2019