Convegno internazionale al Castello del Valentino su Cimiteri e multiculturalità. Imparare dalle città cosmopolite del passato per vivere in pace. Molti gli spunti di riflessione.

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ stato un viaggio  nel tempo e nei luoghi delle civiltà del mediterraneo ed una riflessione sull’ultimo tabù della nostra società , la morte,  il convegno che si è svolto al Castello del Valentino sui cimiteri storici e la multiculturalità organizzato dalla Città, Afc (la società del Comune che gestisce i cimiteri) e la  Commissione di garanzia delle opere cimiteriali con il Politecnico. Un confronto tra  i maggiori esperti  che ha compreso più aspetti. Tantissimi gli interventi che hanno  raccolto strati di storia, arte e appartenenze a religioni diverse che con lingue diverse e nomi diversi, testimoniano come si possa coesistere sia in vita che dopo, in pace. E’ il messaggio  che  Ayat Helmihy ha portato con lo studio sul cimitero latino di Alessandria, la città egiziana cosmopolita fondata da Alessandro Magno.

Della  diffusione di piramidi e obelischi dei faraoni, rilanciati da Napoleone e utilizzati ampliamente dal 700 sino al 900, soprattutto in Francia ma in tutta Europa specialmente in Italia, trasformandosi in  monumenti funebri, cappelle cristiane e memoriali, ha parlato  Ezio Godoli dell’Università di Firenze.

Per   Carlo Ostorero, autore di “Capolavori e meraviglie del cimitero Monumentale di Torino” (edito da Capricorno), solo la sublimazione della bellezza ci può avvicinare all’impenetrabile mistero della morte. L’estetica come etica di vita, categoria semantica cara agli antichi greci, ma oggi incomprensibile, a parer suo, per  “una società post moderna, povera di valori, vuota, drogata, che rende incapaci di  apprezzare l’arte, la bellezza nei  cimiteri, di capire  e di reagire”.

Un approccio più  storico e sociologico quello di Chiara Ottaviano, per la quale, tutti i monumenti sono anche “documenti” tracce fisiche del passato che possono aiutarci , se indagati, nella comprensione della nostra storia e che vanno valorizzati e custoditi. Un passato che fa riflettere, prestando attenzione alle tracce del presente che aprono questioni dolorose. Dal primo monumento al milite ignoto nato in Inghilterra nella prima Guerra Mondiale, si è arrivati  agli ultimi ignoti a cui non si erigono monumenti: i migranti morti in mare.

Valorizzazione culturale dei cimiteri italiani

Il cimitero di Milano. Per custodire il patrimonio artistico del proprio cimitero,  la città di Milano ha indetto un bando e creato un team di tre esperti di storia dell’arte che sta svolgendo un dettagliato lavoro di mappatura e schedatura digitale delle opere monumentali per  consentirne la consultazione al pubblico. Sono arrivati a 1800 schede. Come ha spiegato Sergio Rebola, uno dei curatori.

Il cimitero di Bologna.  La Certosa, il cimitero della città dalle cento torri sorto su un antico monastero, da museo a cielo aperto, è diventato  parte del progetto  Storia e memoria di Bologna creato dal Museo Risorgimentale. Sul portale www.storiaememoriadibologna.it,

si trovano i nomi di personaggi maggiori e minori che hanno fatto la storia tra dominio napoleonico e Liberazione. Una sezione è dedicata al cimitero Monumentale La Certosa con informazioni su personaggi, eventi, monumenti, luoghi e opere d’arte.

Il Monumentale di Torino.

Il turismo culturale al Monumentale che ospita oltre 500 personaggi illustri,  è in continua crescita e si allarga oltre i confini. Secondo i dati forniti da Renata Santoro di AFC: nel 2018 le visite guidate con gruppi di 30 persone sono state 350, e da gennaio ad oggi, sono già 250. “Frutto di un lungo lavoro di semina con gli operatori turistici e le associazioni “ afferma, a cui si va ad aggiungere la pubblicità arrivata dalla creazione dell’ Atlante dei cimiteri storici d’Italia creato dal MIBACT. I percorsi turistici proposti sono molto vari: si va dai temi artistici, storici, più  tradizionali come quello risorgimentale (c’è anche  Silvio Pellico),  a quelli sportivi (il Grande Torino), a personaggi del Teatro (Macario, Fred Buscaglione, Isa Bluette),ai percorsi religiosi,  a temi più inconsueti come il tour dedicato al regista Dario Argento in programma a Settembre. Oltre a tutte le iniziative  realizzate in collaborazione con la Città per far conoscere il cimitero: dai  concerti con  MITO, a Torino Spiritualità, al Salone del Libro.

Le politiche della Città.  Un cimitero per tutti.

Due i percorsi seguiti dall’amministrazione comunale nelle politiche dei cimiteri, ha spiegato l’assessore Marco Giusta a fine convegno. “Innanzitutto, deve esserci grande rispetto dell’intimità del dolore di chi si reca al cimitero per la perdita di un proprio caro, migliorando il servizio per aiutare ad elaborare il lutto, con maggiore attenzione alla ritualità al momento della sepoltura, che sia un funerale laico o religioso. Creare  degli spazi più belli come paesaggistica, con più aree verdi curate – ha detto riferendosi al cimitero Parco che era nato con la crescita demografica dovuta all’immigrazione dal Sud negli anni 60, pensando a una popolazione che sarebbe arrivata a due milioni di abitanti, mentre oggi si è a ottocentomila ed è utilizzato a metà.  L’altro piano invece riguarda la promozione degli eventi culturali, secondo Giusta “Solo con la conoscenza della memoria collettiva si crea appartenenza a una comunità e si mettono radici”.

Nelle immagini sopra l’ingresso del Castello del Valentino sede del Politecnico dove si è svolto il convegno. L’assessore Giusta, Santoro di Afc e Devecchi della Commissione di garanzia per le opere cimiteriali.

Sotto, Antonio Colaianni, amministratore di Afc e pubblico nel Salone d’ Onore.

Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2019

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