Al Cimitero Monumentale, davanti alla sua tomba c’erano la compagna, le Istituzioni, tra cui Appendino e Chiamparino, e gli amici di sempre con cui ha condiviso la passione per la politica.
A 18 anni dalla scomparsa di Domenico Carpanini, morto a soli 47 anni durante la campagna elettorale per diventare sindaco, è stato ricordato l’impegno sociale e politico per la sua città. Sempre in prima persona e senza risparmiarsi. Nel suo intervento, il Presidente della Regione, Chiamparino che era compagno di partito e lo sostituì nella corsa per diventare sindaco, ha riflettuto sui rischi di una certa politica fondata sulla paura: “Domenico avrebbe molto da dirci in questo momento, in cui si parla di paura. Se c’è una persona, che aveva capito fino in fondo quanto questa possa minare le fondamenta di una comunità, questo era lui. Domenico aveva compreso che responsabilità del governo e delle istituzioni era non alimentarla, ma dare risposte.”
Il sindaco Chiara Appendino, ha condiviso le parole del Presidente e sottolineato come Carpanini mettesse sempre Torino prima di sé stesso e come ancora oggi si racconti di com’era e cosa ha fatto per la città. Soprattutto nei momenti difficili. “Per l’alluvione del 2000 quando prese la pala e andò a fianco dei cittadini o a Porta Palazzo, quando saltava sui banchi e andava in prima persona a metterci la faccia. Perché –ha aggiunto – Se ci sono le Istituzioni, anche fisicamente, può aiutare a superare le paure. Per questo è un esempio per i nuovi amministratori”.
Nella fotogallery alcuni momenti della Commemorazione.
Ultimo aggiornamento: 8 maggio 2019