L’iniziativa dei volontari civici del Comune nei due maggiori cimiteri della Città, il Monumentale e il Parco, nei giorni di maggior affluenza, il 27 e il 28 ottobre e l’1 e il 2 Novembre, come supporto al personale cimiteriale, piace sempre di più. Non solo ai visitatori che negli scorsi anni hanno richiesto il loro aiuto per trovare la tomba di un proprio caro, ma anche ai volontari stessi. Giunti al terzo anno, il Comune ha dovuto sospendere in anticipo le iscrizioni, perché il numero delle adesioni era già altissimo: se ne richiedevano un sessantina, hanno risposto in 101. Sia tra le file dei Junior, giovani dai 16 ai 30 anni, che in quelle dei senior. Anche i corsi di formazione di AFC sul campo (la Società pubblica che gestisce i cimiteri per la Città), si sono dovuti quadruplicare, anche se per molti di loro era la seconda o terza volta. Ma chi sono questi “Angeli dei cimiteri”, come sono stati definiti dai lettori che hanno scritto anche ai giornali per ringraziarli. Cosa li spinge a mettersi a disposizione degli altri, soprattutto i più anziani, a dedicargli il proprio tempo, ad essere disponibili all’ascolto del racconto delle loro vite. Perché, come ci hanno spiegato alcuni di loro durante uno dei corsi di formazione, il rapporto con il visitatore non si ferma alla sola indicazione del luogo di una tomba, ma è molto di più: uno scambio relazionale che arricchisce entrambi. Tra i veterani, Milvia Gola, sessantottenne ex Seat in pensione – “ E’ bello vedere le persone contente quando le dai un aiuto. Mi ha arricchito”. Giorgio Bedetti, sessanteseienne ex comunale, che appena uscito dal circuito del lavoro si è subito buttato con entusiasmo in questa esperienza spiega che: “Dello scorso anno mi è piaciuto il contatto con le persone un po’ smarrite che ti chiedono aiuto e vogliono raccontarti la loro vita. Ogni volta un racconto nuovo”. Poi ci sono quelli come Dario Cimberle di 67 anni, ex amministrativo Ilte, che, del volontariato, ha fatto uno stile di vita. Trascorre più ore nell’archivio di Palazzo Barolo che a casa. La sua passione sono le ricerche genealogiche. Numerosi i discendenti di migranti italiani in Argentina che hanno ottenuto la Cittadinanza grazie a lui. “ Quello che non mi dicono i vivi mi dicono i morti- spiega- quando le informazioni non sono sufficienti per risalire alle origini delle famiglie, dalle sale dell’archivio mi sposto al cimitero, che ormai conosco nei particolari. Quindi ho deciso di mettere a disposizione degli altri questa mia conoscenza”. C’è chi invece come l’ex attore Salvatore Ficarra di 70 anni, che da tempo voleva essere utile alla comunità, ma temeva fosse troppo impegnativo. Il supporto nei cimiteri essendo solo di alcune ore, era perfetto per iniziare. Gemma Abate Daga,ex impiegata Fiat è invece un’ abituè del volontariato: offre il suo servizio in biblioteca e nelle case di riposo. Un modo per esprimere il suo amore per la Città. Stessa motivazione anche per la ventisettenne neolaureata in lingue Irene Fassio, alla sua prima esperienza. in passato al cimitero è sempre andata solo a trovare i parenti.La trentunenne calabrese di Lamezia Terme, con in tasca un master in comunicazione e marcketing, Antonella Chidi, intende utilizzare questa esperienza per conoscere un po’ di più la città e allacciare nuove relazioni. A spingere Cinzia Romano in quest’ avventura all’ombra dei cipressi, per la seconda volta, è stato il bisogno di fare qualcosa di utile per gli altri prima di compiere i 30 anni. Per venire nei cimiteri ha preso ferie dallo studio commercialista in cui lavora. Ha scelto il Parco, perché: ”Qui ci sta mia nonna. Lei non c’è più, ma fare qualcosa per le nonne degli altri , me la fa sentire vicina”.
Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2018