Al Monumentale, l’1 dicembre alle 10,30, si ricorda padre Ruggero Cipolla, il cappellano che trascorse cinquant’anni della sua vita nel carcere della Città

 Il primo dicembre  2006, moriva Padre Ruggero Cipolla. Il cappellano che ha trascorso tutta la sua vita in carcere insieme ai detenuti. Avrebbe compiuto 95 anni il giorno seguente. L’Associazione Nessun Uomo è un’isola (che si dedica al progetto culturale legato alle ex carceri “Le Nuove”), lo ricorda al Monumentale,  insieme alla Città, nel giorno del suo compleanno, venerdì 1 dicembre, alle 10,30. Ad una semplice  messa in cappella, all’ingresso di Corso Novara, segue un corteo, con in testa il gonfalone che raggiugerà la tomba in cui è sepolto, in terza Ampliazione, per omaggiarla con dei fiori. Saranno poi le persone più care che gli sono state vicino sino all’ultimo, i compagni di missione, a raccontare alcuni aneddoti su questo personaggio incredibile. Ogni anno partecipano alla cerimonia, anche alcune scolaresche. Giovani delle superiori che ne conoscono la storia grazie ad alcuni insegnanti.  Pur essendo trascorsi dieci anni, infatti, è ancora  sempre molto vivo il ricordo in Città, del frate sempre scalzo, che dedicò cinquant’anni della sua vita ai detenuti ed alle loro famiglie. Si ritrovò cappellano a “Le Nuove “ negli anni più bui della storia italiana,  durante la Resistenza, dal 1944.  Settantadue i martiri del Martinetto che confortò durante la prigionia sino alla fucilazione, mettendo a rischio la propria vita. Il suo sostegno non era solo spirituale, di nascosto, nel saio, portava loro cibo, medicine, notizie da casa. Raccolse le loro lettere in un libro che pubblicò nel ’98 dal titolo “I miei condannati a morte”. Finita la guerra, rimase a prestare la sua opera in carcere  migrando poi alle “Vallette” (Lorusso e Cutugno) sino al 1994. Sostenitore delle idee di don Bosco e di Giuseppe Cafasso, dedicò tutta la sua energia per rendere più umana la condizione dei detenuti, promuovendo attività lavorative e ricreative. “Nella loro sofferenza- era solito dire- rivedo la sofferenza del Cristo”.

Nelle immagini : Padre Ruggero Cipolla; il libro sui martiri del Martinetto “I miei condannati a morte”.

 

 

Ultimo aggiornamento: 9 gennaio 2018

Torna su Torna all'inizio