Autorità, Associazioni, pochi sopravvissuti e famigliari delle vittime, hanno ricordato i deportati dei lager nazisti con una cerimonia che si è svolta al cimitero Monumentale nel settanquattresimo anniversario della liberazione del Campo di Mauthausen. Il corteo con i confaloni della Regione, Comune e Città Metropolitana ha raggiunto il campo della Gloria, dove si trovano la teca con le ceneri di quelli che non sono più tornati e il cippo in ricordo degli internati. Dopo l’8 settembre, vennero deportati seicentomila militari e dodicimila ebrei. A una breve preghiera e benedizione del diacono Marco Dallara è seguito l’omaggio di una corona . Davanti ai cubi grigi che raccolgono i resti di circa 1200 partigiani, ha preso la parola il generale Franco Cravarezza che ha voluto ringraziare “quelle persone coraggiose che hanno fatto scelte importanti di valori che ci consentono di vivere in libertà”. Ricordato con affetto e stima Ferruccio Maruffi, liberato dagli americani il 5 maggio 1945 a Mauthausen, instancabile testimone per i giovani sino all’ultimo, scomparso alcuni anni fa, e che ha lasciato alla figlia Susanna, presidente dell’Associazione deportati politici, il compito di proseguire perché non si dimentichi. Il rabbino Alberto Somekh dopo aver recitato una preghiera ebraica davanti alla lapide con i nomi dei 500 ebrei deportati, ha ringraziato gli uomini, le donne e i bambini, bruciati e sepolti vivi che con il loro sacrificio hanno consentito al Popolo di Israele di tornare. A chiudere la Commemorazione l’ntervento del pastore valdese di Torino, Jean Felix Kamba.”La vita è più forte della morte – ha detto,- come evangelici crediamo nella comunione spirituale con i nostri morti, e non si può non ricordare chi ha dato la propria vita in testimonianza del coraggio per la libertà”. Alla cerimonia erano presenti i consiglieri Viviana Ferrero, per la Città e Nino Boeti per la Regione.
Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2019