Martedì 1 dicembre, a nove anni dalla morte, l’Associazione Nessun Uomo è un’isola (che si dedica al progetto culturale legato alle ex carceri “Le Nuove”), ricorda al Cimitero Monumentale, con una messa nella cappella all’ingresso di Corso Novara ed un omaggio sulla tomba dove è sepolto, il frate che dedicò cinquant’anni della sua vita ai detenuti ed alle loro famiglie come cappellano a “Le Nuove “ a partire dal 1944 e poi alle “Vallette” (Lorusso e Cutugno) sino al 1994. Settantadue i martiri del Martinetto che confortò durante la prigionia sino alla fucilazione.
La vita. Ruggero Cipolla era nato a Torino il 2 dicembre del 1911 da una famiglia modesta. Rimasto orfano di padre, a 19 anni entra nell’ordine francescano. Pochi anni dopo rischiò di morire per la tisi. Sopravvissuto iniziò la sua attività a Le Nuove, nel 1944, quando cardinal Fossati dovette sostituire i Padri della Consolata, non graditi ai tedeschi, con i Francescani. Durante l’occupazione tedesca mise a rischio la propria vita per aiutare i detenuti politici della resistenza ed i deportati. Il suo sostegno non era solo spirituale, di nascosto, nel saio, portava loro cibo, medicine, notizie da casa. Settantadue i martiri del Martinetto che confortò durante la prigionia sino alla fucilazione. Raccolse le le loro lettere in un libro (foto): “I miei condannati a morte” , edizioni Il Punto, 1998. Dopo la guerra continuò a prestare la sua opera nel carcere che divenne anche la sua casa. Sostenitore delle idee di don Bosco e di Giuseppe Cafasso, dedicò tutta la sua energia per rendere più umana la condizione dei detenuti, promuovendo attività lavorative e ricreative dentro la casa circondariale Nella loro sofferenza- era solito dire- rivedeva la sofferenza del Cristo. Alla chiusura de “Le Nuove” , proseguì la sua missione sino al 1994, nel carcere Lorusso e Cutugno, più noto come “Le Vallette”. Cittadino onorario di Torino, morì l’1 dicembre del 2006, il giorno prima di compiere 95 anni.
Ultimo aggiornamento: 3 dicembre 2015